Che cos'è la permacultura?
Intervista a Pietro Zucchetti fondatore e presidente dell'Istituto Italiano di Permacultura sul magazine on line Senza Soste. www.senzasoste.it
Pietro Zucchetti è il fondatore e coordinatore dell’Istituto Italiano di Permacultura. Ha esperienza nella progettazione di sistemi di permacultura urbana e, nel suo podere in Italia, “Ľalbero arcobaleno” progetta e vive applicando i principi di progettazione. Pietro vanta un ventaglio di corsi di formazione in diverse discipline legate alla permacultura come: agricoltura rigenerativa, forest gardening, gestione forestale sostenibile, ceduazione, potatura alberi da frutto antichi, apicoltura e arboricoltura. Ha conseguito una laurea in Scienze Ambientali e il Diploma in Design di Permacultura Applicata in Inghilterra con ľAssociazione britannica. Inoltre è annoverato nella rosa dei docenti del Permaculture Research Institute of Australia. Si dedica alla progettazione e alla gestione di piccole e grandi aziende agricole progettandole in permacultura ed è alla ricerca di soluzioni che possano rendere autosufficiente una famiglia con disponibilità di spazi ridotti. Utilizza un approccio di agricoltura rigenerativa coniugato con l’agricoltura naturale. Vive con la sua famiglia in Italia, nella sua proprietà totalmente autonoma. Nel 2010 fonda ľIstituto Italiano di Permacultura, spinto dall'esigenza di diffondere la permacultura in Italia in modo onesto e corretto, attraverso corsi, eventi pubblici, video, articoli, progetti realizzati in varie parti d’Italia.
Ciao Pietro, spiegaci in poche parole che cos'é la permacultura, su quali fondamenti e presupposti si fonda e l'evoluzione geografica che ha avuto dalla sua nascita ad oggi.
La permacultura è una scienza basata sul design o progettazione olistica e sostenibile tanto è vero che si basa su tre etiche che sono: Cura della terra, cura delle persone, condivisione del surplus. Quindi usa la progettazione sostenibile per mettere in sicurezza economica ed alimentare interi paesi come è successo a Cuba nel 1994 dove il governo di Fidel Castro chiamò i permaculturisti per sopperire alla crisi petrolifera. Creando un’economia alternativa basata sul mutuo aiuto e sulla condivisione di ciò che abbiamo in più e creando ecosistemi alimentari che producono alimenti e semi selvatici ma anche fibre e materiali da costruzione naturali come canapa e legno. Insomma è una scienza che nacque nel 1978 da Bill Mollison e David Holmgren per resistere alla crisi del petrolio e al collasso globale in modo costruttivo. È una scienza per la resistenza!
Perché allora non è ancora abbastanza conosciuta? Se è davvero la scienza che ci permette l’autosufficienza alimentare anche per i paesi poveri, cos’è (o chi è) che ostacola il suo sviluppo? C’è anche una resistenza “culturale” secondo te da parte degli agricoltori poco propensi al cambiamento? A che punto siamo in Europa e in Italia come diffusione?
Io credo che il problema sia tutto italiano. Perché già esistono realtà di aiuto umanitario in permacultura dagli anni ottanta come in Nepal il progetto "Jajakarot" che ora è diventato l'Himalayan Permaculture Centre (http://www.himalayanpermaculture.com) ideato da Chris Evans nel 1988, dove Masanobu Fukuoka ha regalato il suo riso che cresce nel secco per il popolo nepalese. Questo progetto coinvolge 12.000 contadini, 6 distretti nepalesi, 280 volontari. Questo è solo un grande esempio, poi ci sono miriadi di progetti per l'aiuto umanitario in permacultura che vanno dalľAfrica alľAsia. In Australia la permacultura si insegna già dalle elementari ed in Inghilterra ľuniversità di Leeds ha inserito il corso base di 72 ore nella laurea in comunicazione e lo stato la finanzia con centinaia di migliaia di sterline ogni hanno per la sua divulgazione. Nel mondo milioni di persone studiano e praticano la permacultura. Ora in Italia la situazione è totalmente diversa perché non è finanziata dallo Stato ed è una scienza autonoma ed indipendente nel bene e nel male. Inoltre ci sono poteri forti che non vogliono che noi diventiamo più autonomi ed indipendenti cioè che passiamo da consumatori dipendenti a produttori coscienti ed indipendenti e quindi ostacolano la diffusione mischiando la permacultura con altre cose come la spiritualità che per noi è importante ma lasciamo la libertà al singolo individuo, non potendo insegnare la spiritualità a nessuno. Ognuno deve essere indipendente anche a livello spirituale. Quindi fanno decadere la permacultura da scienza di design a setta spirituale, creando una confusione terribile nelle persone. Poi c’è chi afferma che si può praticare solo con grossi macchinari per avere risultati, cosa assolutamente falsa. E poi chi evidenzia solo il lato dello sviluppo sociale tralasciando l'aspetto dell'autosufficienza alimentare e lo sviluppo economico. Il risultato è una grande confusione, probabilmente voluta. Inoltre in Italia gli istruttori qualificati veramente si contano sulle dita di una mano. Noi abbiamo proposto a varie associazioni ed individui che dicono di praticare la permacultura in Italia di formare un’associazione nazionale per affrontare tutti questi problemi e per cooperare tutti insieme per uno sviluppo sostenibile della permacultura in Italia, come si fa in tutto il mondo, ma non c’è stato interesse da parte di nessuno. Noi come Istituto italiano di permacultura nonostante tutto questo continuiamo a diffondere, a formare e soprattutto a fare progetti sul campo anche con risorse minime. Infatti minimo sforzo con il massimo effetto è uno dei principi di permacultura.
Soffermiamoci un attimo su un aspetto tecnico che ci sembra particolarmente affascinante nonché interessante sul piano del risparmio dell’economia familiare: il riciclo dell’acqua piovana. Potresti spiegarci questa tecnica e dirci quali sono le spese ed i risparmi effettivi che si potrebbero avere adottando questa pratica?
In permacultura la raccolta delľacqua piovana è fondamentale sia dal punto di vista delľautosufficienza sia dal punto qualitativo delľacqua che usiamo sia per irrigare il cibo che per il nostro uso personale. Io bevo ľacqua piovana. In permacultura abbiamo una gerarchia delľuso delľacqua, la prima fonte d’acqua è la piovana perché è la più pura visto che è già stata sottoposta a depurazione dalla natura attraverso ľevaporazione ed il filtraggio attraverso i tessuti delle piante che poi la traspirano. Ľunico problema possono essere le piogge acide, i pulviscoli atmosferici e soprattutto le superfici di raccolta che possono essere sporche ma comunque sia,esistono dei filtraggi a basso costo ed a bassa manutenzione come i filtri a ceramica. La seconda fonte di approvigionamento ďacqua è ľacqua di sorgente poi dei ruscelli, laghi, fiumi ed infine quella dei pozzi che per noi è la peggiore a livello qualitativo e di contaminazione. Oggigiorno nelľacqua dei pozzi e quindi nelľacqua di falda ci si può trovare di tutto dalľarsenico ai metalli pesanti alľ escherichia coli, quindi ha bisogno di un forte filtraggio ed i costi di perforazione e filtraggio aumentano parecchio. Ovviamente ľacqua del comune o di aziende private neanche la teniamo in considerazione perché è piena di cloro e veleni vari, quindi per noi non è potabile. Quindi come possiamo vedere, raccogliere ľacqua piovana ha un primo beneficio per la nostra salute, risparmia ľuso di tubature lunghissime, la costruzione di vasche enormi e l’utilizzo di pompe elettriche costose, quindi riduce ľimpatto ambientale. Il costo delľimpianto può variare molto a seconda se si usa un laghetto o cisterne per conservare ľacqua quindi può variare dai 700 ai 3000 euro circa per conservare tra i 15.000 ed i 200.000 litri ďacqua incluso il filtro a ceramica che filtra i batteri ed un filtro al carbone attivo. Inoltre non ci possono staccare ľacqua!
La costruzione della casa ecologica su un terreno non edificabile e’ una pratica di permacultura, cosa pensi a riguardo?
In Inghilterra il movimento della permacultura è stato sempre coinvolto con il problema della casa, perché moltissime persone che vogliono fare permacultura hanno bisogno di vivere sulla terra che coltivano. Quindi tramite il design (progettazione) si trovano espedienti come case mobili, yurte, roulottes ecc. dove andare a vivere. In Inghilterra fu famosa la storia della round house che fu costruita su un terreno di proprietà ma che si trovava in un parco nazionale dove non era possibile costruire. I proprietari che facevano permacultura decisero di costruire una casa totalmente sostenibile e che non era possibile vedere dalľelicottero con tutti materiali locali. Allora la costruirono a pianta circolare di legno con il tetto verde. Dopo 20 anni che ci abitavano un’elicottero la segnalò ed iniziarono i problemi. Ma dopo anni di battaglie anche fisiche, molte volte con ľaiuto del movimento ambientalista, permacultura, movimenti per la casa ecc. vinsero la causa e la casa è ancora lì. I proprietari scrissero anche un libro che si chiama proprio “The Round House”.
Illustraci brevemente l’intervento dell’Istituto di permacultura nei paesi terremotati, avete bisogno di volontari? Quali sono le condizioni e che figure ricercate?
A fine Settembre 2016 siamo intervenuti nelle zone terremotate di Amatrice, Accumoli ed Arquata del Tronto con un programma di aiuto umanitario nazionale. Questo aiuto si svolge in tre anni e si suddivide in due fasi: la prima è stata quella delľaiuto durante ľemergenza portando aiuti di supporto alle aziende agricole come fieno, sale per gli animali, mangimi naturali, stufe per gli agricoltori, medicine naturali ecc. Questa fase ormai si è conclusa. La seconda fase che è partita a fine Novembre scorso ad Arquata, è la ricostruzione con progetti di permacultura partendo dalľautosufficienza alimentare. Un progetto è stato già realizzato a Spelonga frazione di Arquata del Tronto altri due sono in fase di design ed a breve usciranno i crowdfunding. Abbiamo bisogno di volontari per piantare, costruire recinzioni anti cinghiale, carpentieri per fare bagni a secco, costruire ripari per attrezzature ed animali. In più ci servirebbero due casette mobili o roulottes in buono stato.
Come fare per avvicinarsi alla permacultura, contatti, calendario prossimi corsi e costi.
Per avvicinarsi alla permacultura consiglio la lettura di qualche libro e fare un corso introduttivo. L’iter di formazione inizia invece con il corso base di 72 ore in 10 giorni e prosegue con praticantato ed il diploma in permacultura applicata che è un corso di studi autogestito. Il prossimo corso di 72 ore sarà a Scagnello in provincia di Cuneo il 15 Luglio 2017. Per ulteriori informazioni visitate www.permaculturaitalia.net
Inviato a Senza Soste da Er Chakra
11 giugno 2017